Altri articoli sul numero 73 Articoli sullo stesso argomento I consigli per realizzare una stazione di masterizzazione CD-ROM richiesti da Paolo sono stati in parte forniti nella recensione del software "Master ISO" apparsa sul numero 72. L'operazione di masterizzazione dei CD e' stata eccessivamente mitizzata, in parte a causa dei ricordi dell'epoca in cui software e hardware erano ancora sperimentali e quasi inaccessibili, in parte per giustificare certi prezzi. Ancora oggi, ci sono venditori che di fronte alla richiesta di una stazione di masterizzazione non esiterebbero a definire insufficienti persino i computer della NASA, prescrivendo all'acquirente configurazioni da fantascienza! In realta', l'operazione si riduce al lancio di un normale programma che gestisce una tranquilla periferica SCSI2. La tecnologia non e' ancora matura, ma gia' ora i problemi che possono sorgere sono risolvibili con la normale conoscenza tecnica che chiunque abbia un po' di pratica con i computer si e' formato. La regola d'oro da seguire e' una sola: realizzare una catena SCSI2 (o IDE) senza il piu' piccolo difetto. Se non si ci spinge al di sopra della tripla velocita', sono superflui hard disk, CPU o controller con prestazioni superiori alla norma: cio' che conta e' che questi componenti garantiscano con certezza una velocita' di trasferimento dei dati dignitosa e funzionino perfettamente. E' possibile usare come sorgente anche un hard disk EIDE (collegato al controller interno o ad una scheda Tandem), mentre un secondo hard disk (magari un capiente SCSI2) puo' essere utile come area di appoggio per i dati. Un controller SCSI2-fast in DMA come Fastlane o A4091 non e' strettamente indispensabile, ma certamente riduce di molto l'eventualita' di incontrare problemi SCSI con il masterizzatore. Di solito le periferiche esterne SCSI2 usano un connettore a 50 poli del nuovo tipo ad alta densita', quindi c'e' bisogno di un cavetto adeguato che sia il piu' corto possibile. Gli accorgimenti per il cablaggio del bus SCSI2 sono i soliti piu' volte spiegati. L'importante e' che tutte le prove e verifiche (copie ripetute di file tra gli hard disk, verifiche del CRC, test di velocita') assicurino la completa assenza di blocchi del bus SCSI e di corruzione dei dati a reselezione abilitata, con un transfer rate massimo misurato da Diskspeed costantemente superiore al megabyte/sec. La ricalibrazione non da' fastidio (ci pensa il software di masterizzazione a compensarla). Quindi e' bene sradicare subito dalla mente l'idea di collegare di volta in volta alla catena SCSI un diverso hard disk da masterizzare: magari con un'RDB strampalata, magari inserendo controller aggiuntivi oppure cavi e cavetti. Quasi certamente cosi' facendo si perturba il funzionamento della catena e nascono difetti piu' o meno occulti, che trasferendo centinaia di megabyte di dati si manifesterebbero con rovinosa certezza: il problema fondamentale e' che se qualcosa viene scritto male, poi non si puo' correggere. Invece i dati si introducono sui propri hard disk (che sono ben collaudati) in maniera controllata, ad esempio servendosi di uno streamer ad alta velocita' e di un programma di backup sicuramente compatibile col proprio hardware. Per il trasferimento dei dati con computer non-Amiga, si deve usare il pacchetto PD BTN-tape in congiunzione con il software TAR o GNUTAR (anch'esso su Aminet).