Altri articoli sul numero 58 Articoli sullo stesso argomento Una caratteristica poco sfruttata dei dispositivi SCSI e' la possibilita' di condividerli tra piu' computer diversi, non solo (come e' ovvio) collegando il loro cavo al controller SCSI dell'uno o dell'altro computer, ma anche creando un'unica catena SCSI con i controller ai due estremi. In questo modo e' possibile l'uso contemporaneo delle periferiche da parte dei due computer, non necessariamente entrambi Amiga. Gli hard disk AT-BUS possono invece essere condivisi solo in modo non contemporaneo. Per ottenere questo risultato conviene procedere per gradi. Prima di tutto si provano le periferiche separatamente sui ciascun computer: si installano i driver necessari e si verifica che tutto funzioni regolarmente sia quando tutte le periferiche sono collegate ad un computer che quando sono collegate all'altro senza che sia necessario agire su jumper e terminatori delle periferiche. I controller Future Domain hanno un connettore SCSI esterno DB25 uguale a quello di Amiga, ma con piedinatura diversa e incompatibile. Tutti i controller Amiga, eccetto Fastlane e DKB4091, usano un connettore SCSI esterno a 25 poli perfettamente identico a quello Macintosh. Per condividere l'hard disk, bisogna creare su di esso una partizione per ciascun computer e verificare se collegandolo all'uno o all'altro controller la relativa partizione viene montata e utilizzata. Su Amiga e' meglio usare un controller che segue lo standard RDB, perche' A2090a e altre simili antichita' possono creare ogni sorta di problemi. Se la condivisione e' tra due Amiga basta formattare e preparare l'hard disk con il primo Amiga, e poi verificare se il secondo lo vede. Se invece l'hard disk va condiviso tra un Amiga e un sistema MS-DOS, nasce un problema: Amiga vuole usare le prime due tracce per scriverci l'RDB (Rigid Disk Block), mentre il BIOS del compatibile in genere ne ha bisogno per metterci la tavola delle partizioni e il MBR (Master Boot Record). Ma mentre la macchina DOS sa fare le cose in un modo solo ed e' impossibile farla desistere dallo scrivere sulle prime tracce (salvo condizioni particolari), Amiga e' flessibile e rinunciando al boot dall'hard disk condiviso e' possibile montare la partizione senza fare uso dell'RDB. Per iniziare si deve collegare l'hard disk all'Amiga, creare un'unica partizione e ricavare con un'utility (ad esempio Faaastprep, utilizzabile anche con i controller Commodore) la mountlist corrispondente. Conviene provare se funziona, usando il bootmenu' per nascondere la partizione al sistema e il comando MOUNT per montarla successivamente; se il disco e' AT-BUS si deve anche prendere nota dei parametri geometrici usati da HDtoolbox, in modo da poterli scrivere nel set-up del compatibile. Dopo aver provato l'hard disk, si mette in salvo la mountlist cosi' ottenuta e si smonta dall'Amiga. A questo punto si collega l'hard disk all'IBM compatibile, e usando le utility del controller (oppure il pacchetto "Corel SCSI" versione 2) si suddivide l'hard disk fisico in due hard disk logici. Qualche controller esige a questo punto una formattazione a basso livello. Di solito settando l'ID SCSI a 0 o 1 l'hard disk viene riconosciuto automaticamente dal BIOS del controller, mentre adattatori "parallel-to-SCSI" e altri numeri di ID richiedono un driver da lanciare in CONFIG.SYS . Ora con FDISK si crea una partizione DOS solo sul primo hard disk logico e poi si formatta sotto MS-DOS con FORMAT. Naturalmente se si vuole che tale hard disk sia quello di boot (il drive C:) la partizione deve essere primaria e attiva, e il comando FORMAT deve essere dato con l'opzione /S. Il secondo hard disk logico non va toccato, in modo che non abbia un identificativo di unita': sara' la porzione di hard disk che usera' Amiga. Questo procedimento e' sempre preferibile se la capacita' dell'hard disk supera i 540Mb che sono il limite massimo dell'MS-DOS, quindi e' comunque obbligatorio dividere la capacita' su due dischi logici. Se il disco e' piccolo si puo', piu' semplicemente, evitare di dividerlo in due e rispondere NO quando FDISK chiede se si vuole assegnare tutto lo spazio disponibile all'unita' DOS. Lo scopo di queste manovre e' di procurarsi lo spazio per la partizione Amiga lasciandolo dopo quello usato dalle partizioni DOS, esattamente come si farebbe per installare Unix o OS/2. Dopo aver verificato che l'hard disk funziona correttamente sotto MS-DOS si toglie di nuovo dal compatibile e si collega ad Amiga. Non si deveono mai lanciare HDtoolbox, Faaastprep e programmi simili, che annullerebbero il lavoro fatto sotto MS-DOS. Bisogna invece editare la mountlist creata in precedenza in modo che il parametro LowCyl corrisponda al punto in cui inizia la zona lasciata libera con le operazioni precedenti. Molto probabilmente se il disco e' SCSI Amiga e MS-DOS non useranno la stessa traslazione (cioe' per ciascuno di essi il numero di cilindri, testine e settori del disco e' diverso), ma non ha importanza. Se secondo la mountlist l'hard disk ha 1000 cilindri e sotto MS-DOS abbiamo riservato il 50% dello spazio ad Amiga, basta mettere LowCyl = 501. A questo punto basta usare il comando MOUNT, ad esempio: MOUNT dh1: from df0:mountlist per montare la partizione Amiga e il comando FORMAT per formattarla. Si possono creare e montare anche partizioni per l'emulatore Macintosh A-MAX. Se si vuole montare la partizione MS-DOS si deve usare CrossDOS, pero' solo la versione 5 (commerciale) e' in grado di leggere le partizioni BIGDOS. Le partizioni Amiga sono inaccessibili da MS-DOS. La mountlist di esempio si riferisce ad un hard disk da 1 gigabyte diviso in due meta' con Corel SCSI; in quel caso il controller era un A590 e il boot avveniva dall'hard disk interno XT. CD-ROM e streamer non hanno bisogno di particolari accorgimenti per essere condivisi, e possono essere collegati all'uno o all'altro computer senza problemi. A questo punto tutte le periferiche SCSI sono utilizzabili da entrambi i computer mediante un semplice cambio di cavetto. Se pero' l'ID di almeno uno dei controller puo' essere spostato dal valore 7 ad uno piu' basso, e' possibile accedere alla stessa periferica contemporaneamente dai due computer: il protocollo SCSI stesso previene le collisioni. Purche' il famigerato diodo difettoso dei controller Commodore sia ancora funzionante o gia' sostituito, la linea TERMPOWER puo' essere lasciata collegata, cioe' basta usare normali cavi SCSI standard per connettere tra loro i due computer. I due computer devono essere accesi e spenti insieme, e per i terminatori si ci deve comportare come se i controller fossero normali periferiche, ricordando che i terminatori vanno solo sulla prima e sull'ultima. Se prima c'era un terminatore nel gruppo delle periferiche "scavettate" tra un computer e l'altro e uno in ciascun controller, dopo aver fatto il collegamento deve avanzare un terminatore, in modo che in totale ne restino solo due inseriti. Tra i controller per Amiga quelli Commodore (e ovviamente DKB 4091) hanno l'ID spostabile (via software tramite HDtoolbox), pero' con limitazioni. Alcuni modelli Adaptec per IBM compatibili hanno l'ID stabilito mediante jumper. A volte il firmware di un controller non gestisce il caso in cui l'altro controller, durante una scansione del bus SCSI (di solito al boot), emette il proprio indirizzo: spesso basta resettare il bus SCSI (ad esempio, accendere e spegnere una periferica) o modificare l'ordine di accensione dei computer. Tra due o piu' Amiga una partizione e' contemporaneamente condividibile esclusivamente quando e' usata in sola lettura (conviene dare il comando LOCK per garantire questa condizione); dal momento in cui un'Amiga scrive su una partizione, l'altro non deve piu' accedervi (neanche in lettura), pena errori di sistema o perdita dei dati. La soluzione migliore consiste nel creare un'unica partizione di boot per tutti gli Amiga, da proteggere con LOCK, quindi prevedere nella startup-sequence un punto di biforcazione dopo il quale ciascun Amiga monta la propria partizione privata col comando MOUNT.